Che poi, ieri passavo dal centro del mio paesello, e ho visto che la fioraia, Marta, quella che aveva aperto il negozio tipo dopo la seconda guerra mondiale, che era l’unica da cui potevi andare a comprare i fiori al centro del mio paesello, e infatti io lì ci ho comprato tutti i fiori per le mie ragazze, la fioraia, Marta, è andata in pensione, che aveva anche i suoi 80 anni, e quindi il negozio ha chiuso del tutto. E allora, quando sono arrivato a casa di mia mamma, le ho fatto “ma ora che la Marta ha chiuso, chi rimane a vendere fiori qui al paesello?” e lei mi fa “non è rimasto nessuno, c’è solo il fioraio del cimitero”, e mi sono fermato a pensare.
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…si, fa pensare. Ti dirò la verità: odio il profumo dei fiori recisi, tutti riuniti in grossi mazzi, di quelli che si regalano per le lauree o per i compleanni. Sarà che l’ho sempre collegato a cerimonie poco felici o al cimitero. Per cui so quanto sia triste, relegare una cosa così bella a una situazione così sconfortante. Preferisco le piante vive, da sempre. Peccato però: mi piacerebbe che i fiori fossero anche, ancora per i vivi – e magari non avere questa “abitudine”. Una “romanticheria” che non dovrebbe scomparire…
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Non dovrebbe scomparire no, relegare i fiori solo a decorazione dei cimiteri, che amarezza.
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Sarà un caso che l’unico fioraio del mio di paesello, funga anche da pompe funebri?
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E’ che son tempi tristi per i nostri paeselli.
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